Castel Sant'Angelo è un comune di 1288 abitanti della provincia di Rieti situato a circa 15 km di distanza dal capoluogo, al confine tra Lazio, Abruzzo e Umbria, sulla vecchia Via del Sale. Ha una superficie di 31,31 chilometri quadrati con zone altimetriche variabili dalla pianura alla collina fino all'alta montagna. L'altimetria del territorio varia infatti da un minimo di 404,5 metri s.l.m. (Terme di Cotilia) ad un massimo di 1586,7 metri s.l.m. (Colle Roseti).
Il paese domina tutta la vallata circostante del Velino. In questa splendida valle, rigogliosa e dalla natura incontaminata, sorgono numerosi siti archeologici, incastonati tra prati e boschi millenari.
Il territorio comunale, in gran parte montuoso, è attraversato per intero, in senso longitudinale con andamento nord-est/sud-ovest, dal sistema vallivo del fiume Velino lungo il quale si snoda il percorso della S.S. Salaria.
Vista la predominanza calcarea il carsismo risulta ben sviluppato. Nella zona sono infatti presenti fenomeni di carsismo epigeo con doline e inghiottitoi.
Al centro di Castel S. Angelo, comune che racchiude 14 frazioni (Canetra, Castel Sant'Angelo, Cotilia Terme, Mozza, Pagliara, Paterno, Pie di Castello, Piedimozza, Ponte Alto, Ponte Basso, Ponte Santa Margherita, Vasche, Ville, Ville Ornaro), si erge imponente la vecchia Torre di epoca medievale.
Il paese di Castel S. Angelo conserva ancora del suo passato, la torre dell'antico castello, resti delle mura merlate e la struttura tipica e suggestiva dei borghi medioevali. L'antico insediamento fortificato di Castel Sant'Angelo si trova poco lontano dal lago di Paterno ed è ancora parzialmente cinto da splendide mura. Al paese si accede da una porta con arco a sesto acuto.
Percorrendo un corridoio coperto ci si inoltra tra le strette vie del borgo e, seguendo la via principale, si giunge nella parte più alta del colle dove si trovano i resti del cassero con l'alta torre di avvistamento detta "torre quadrata".
L'origine dell'abitato di Castel Sant'Angelo risale all'alto medioevo ma non è accertabile sulla base di documenti. Gli edifici e le strade conservano una fisionomia rude e suggestiva rimasta quasi intatta.
I suoi abitanti sostennero numerose lotte soprattutto nella guerra accesasi tra Re Ferrante d'Aragona da un lato e i Baroni ribelli dall'altro, spalleggiati da papa Innocenzo VIII, dall'Aquila e da molte altre terre della Valle del Velino e del Cicolano. Gli abitanti di Castel Sant'Angelo per non venir meno alla fede promessa al Re, mossero al contrattacco aiutati dalle genti di Cittaducale, Cantalice e dello stesso Re.
Numerosi storici tramandano della permanenza della famiglia Mareri nel castello, dove raggiunse l'apice del suo splendore nel 1530. Quando l'Imperatore Carlo V assegnò in dote alla figlia Margarita d'Austria alcune terre d'Abruzzo, la stessa sorte subì Castel Sant'Angelo e le ville vicine. Madama d'Austria fece costruire molini da grano, da concia e introdusse l'industria della carta. Dopo la morte di Madama d'Austria nel 1586, Castel Sant'Angelo seguì le sorti di Cittaducale per molti anni. Circa un secolo più tardi Castel Sant'Angelo venne a contatto con la nuova realtà repubblicana che stava emergendo nei confinanti territori dello Stato Pontificio, già occupati militarmente dalle truppe della Repubblica Francese. Il secolo fu segnato da alterne vicende politiche di resistenza.
Molte le tracce di civiltà di epoca pre-romana che si possono inoltre trovare nel tratto di Salaria ricadente nel territorio del comune di Castel Sant'Angelo.
Nel territorio sono presenti diverse strutture archeologiche ed alcuni tratti dell'antica via Salaria. Uno dei più lunghi e meglio conservati è visibile all'interno di un laghetto dedicato alla pesca sportiva.
La vicinanza ad un'importante arteria di comunicazione come la via Salaria e il fatto di trovarsi al confine tra il Regno Borbonico e lo Stato Pontificio, ha reso sempre la zona di Castel Sant'Angelo soggetta a fasi alterne di dominio e di conquiste.