Castel Sant'Angelo - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
Il castello
  Il castello, che dominava la Via Salaria, ospitò per un breve periodo Beatrice Cenci (proveniente dal suo castello di Petrella Salto). Beatrice Cenci è legata a truci vicende medievali. Il maniero, posto in una zona elevata sulla sinistra della via Salaria (procedendo in direzione L'Aquila), era inespugnabile. Era circondato infatti da mura merlate e torrioni. Oggi resta una sola torre e di un'altra si può ammirare solo la base. Altri elementi architettonici che si notano testimoniano che quel castello era pronto alla difesa e all'attacco. Dall'alto delle torri del castello o dai rilievi si poteva comunicare nei tempi bui, con Cittaducale e Antrodoco. Nel tempo, a ridosso del castello vennero costruite alcune abitazioni, più tardi circondate da un'altra cinta difensiva. I caratteri medievali di questo caratteristico e affascinante borgo fortificato sono rimasti quasi inalterati..
La sorgente del Peschiera
  La sorgente, con i suoi 18.000 litri al secondo, è una delle più grandi d'Europa. Attualmente il cuore della sorgente è circondato da un'ampia zona di rispetto dove l'Acea ha posto le proprie opere di captazione. L'acquedotto del Peschiera, che attualmente fornisce l'approvvigionamento dell'acqua alla città di Roma, venne costruito nell'epoca del fascismo. I lavori iniziarono nel 1938 per essere terminati nel 1949. Subirono però uno stop nel 1940, durante il periodo della guerra, per la difficoltà con la quale arrivavano gli approvvigionamenti di materiali.
La chiesa di San Rocco
  Lungo la strada provinciale Vasche-Castel S. Angelo si incontra la chiesa di San Rocco di origine altomedievale e trasformata nel XVI secolo. Quando Margarita d'Austria ricevette in dote dal padre, l'Imperatore Carlo V, alcune terre d'Abruzzo e la stessa Castel Sant'Angelo, a San Rocco vennero assegnati in dotazione due forni, un mulino ed una montagna e la rendita di tali beni doveva essere utilizzata per il mantenimento della chiesa e per altre opere pie..
La chiesa di San Biagio
  Nella frazione di Canetra si trova la chiesa parrocchiale di San Biagio. Caratteristica principale è l'elegante portale risalente al 1564: nel timpano, il Dio Padre benedicente, nei pennacchi dell'Arco, l'Annunciazione.
La torre e le mura medioevali
  L'antica Torre è il simbolo del paese. Imponente si erge sopra la frazione di Castel S. Angelo e domina l'intera valle del Velino. E' quanto rimane dell'antico castello dal quale si poteva controllare tutta la zona. Dall'alto della torre venivano effettuati gli avvistamenti per prevenire qualsiasi tipo di attacco da parte di bande. Alla Torre si arriva percorrendo un caratteristico sentiero all'interno del paese tra vicoletti e archi in pietra.
Il lago dei cigni
  Il territorio del Comune di Castel Sant'Angelo è ricco di vegetazione grazie all'abbondanza di acqua presente in zona. Tra le caratteristiche naturali del paese, l'enorme presenza di sorgenti e acque sia di superficie che sotterranee. Una ricchezza che rende attraenti questi luoghi. Lo sguardo si perde così in un paesaggio affascinante e seducente con specchi d'acqua suggestivi e incantevoli che lasciano spazio all'emozione e all'immaginazione. Così mentre si percorre la Via Salaria, l'occhio si ferma sul laghetto artificiale della frazione di Canetra, un angolo fiabesco dove candidi cigni offrono al viaggiatore una atmosfera quasi irreale.
Il lago di Paterno
  Nel Comune di Castel Sant'Angelo si trova il lago di Paterno, l'antico lago di Cutilia (l'Umbilicus Italiae secondo le fonti), il lago sacro alla dea Vacuna, assimilata in età romana alla dea Vittoria e terra dei riti sacri Ver Sacra, i riti sabini che avrebbero dato origine a numerosissime popolazioni italiche (Piceni, Irpini, Pentri, Frentani) per la generazione di nuovi popoli. Sul lago insiste un imponente complesso conosciuto come i Fornici o Terme di Tito ed interpretato da alcuni studiosi come uno dei principali impianti termali della zona. Le strutture, sottoposte ad interventi di consolidamento statico e di restauro ad opera della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, presentano più fasi edilizie come manifestano le diverse tecniche murarie (opera quasi reticolata ed opera vittata).